risvegli
25ottobre - 11novembre2001
25ottobre2001
Il piccolo cammello di plastica sembra si muova davanti ai miei occhi. Non è una metafora, è un piccolo cammello di plastica. Non c'è nessun significato dietro questa frase. Il cammello ha gli zoccoli neri come l'asfalto, quindi non così neri. Le due gobbe sono un po' stilizzate, sembrano le cime dei monti che disegnano i bambini alle elementari, ti aspetti che da un momento all'altro esca un bel sole giallo giallo con tutti i raggi che si sparpagliano intorno come i miei capelli la mattina presto. Le gobbe del cammello sono l'attesa di un'alba che non arriva. L'attesa di un eco che non arriva. Quindi scendo da solo dal letto, oggi non c'è nessuno in casa. Nessuno dimodochè io sia preparato al fatto che la colazione non si crei da sé. Solo a volte si crea da sè, ma il mio amore è ancora lontano. Ma questa, come dicono, è un'altra storia ed oggi giuro di non parlarne. Non ho nessuna voglia, assomiglio al mio cammello, di usare i fornelli. Stamattina succo e polpa di pesca di discount. Ho sentenziato. Cammello, che ne dici? Qual è il dipinto che ti assomiglia di più? Una caricatura che ti hanno fatto a piazza Navona quella volta che sei andato a Roma? A Piedi? No, a zampe. Comunque un bel coraggio. Poi, meglio a zampe che con la macchina, se no ti facevano 30 euro di multa come fecero a me qualche anno fa. Una serata bellissima. Sarei disposto a prendere una multa a sera se tutte le sere fossero belle come quella. Cammello, tu che prendi? Niente? Hai il pranzo a sacco nelle gobbe? Senti, prenditi un bel succo di pesca pure tu, offre mamma.
26ottobre2001
Giorni su giorni. Un'altro giorno alle spalle ed uno ancora da calpestare. Col cammellino sempre al mio fianco vi porto l'unica legge a cui credo stamattina: la gente dimentica. Dagli un po' di tempo e dimenticherà tutto. Dagli fiducia e vedrai che rinnegherà anche il proprio nome di battesimo. Ogni tanto mi ritornano tra le mani vecchie lettere e cartoline e mi chiedo come possa sempre e comunque dimenticare quella parte di me piccola e lontana, eppure così importante. La colazione di oggi era ricca ma non porca, una mezza litrata di latte ricoperta da tutta una credenza di dolci, cereali e biscotti. Vorrei tanto sapere il nome del cammello, ma lui si ostina nel silenzio. Ok, una cosa in meno da dimenticare, una lezione di vita. Ho appena finito di leggere "il giovane Holden" di Salinger, ve lo sconsiglio caldamente.
buona vita,
che è la versione compatta di "buona colazione, vita sana"27ottobre2001
Risveglio dolce e dondolante come l'altalena da cui la splendida Nicole Kidman scende nella folla attonita del Moulin Rouge. Non potevo aspettarmi altro, dopo aver visto quel monumento alla sua persona che è il film. E non si parla tanto di sogno, è solo una dolce sensazione che pervade l'animo nel momento in cui lentamente si risvegliano i sensi, con gli occhi ancora chiusi e le braccia intorpidite che si divincolano come serpenti ubriachi e scendono nelle rapide del fiume di luce che filtra dalla finestra. Buongiorno, cammello, oggi la colazione è più che frugale, quasi inesistente: una fetta di crostata e un succo di frutta in macchina, perché la bella Nicole mi ha fatto quasi dimenticare che fra tre minuti mi devo presentare ai bambini del catechismo e sto ancora in pigiama. Non c'è tempo .. e quindi: Swip. Non c'è più il pigiama. Swip. Ora sono lavato. Swip. Ora sono vestito. Swip. Mi è andata la crostata di traverso. Swip. Parto. Swip. Ritorno a casa .. non avevo preso le chiavi. Swip. Bacetto al cammellino .. ScusaVadoDiCorsaComeStai?NonRispondereTantoNonTiStoASentire. Swip.
28ottobre2001
Risveglio a un'ora legale non così spropositata. Ieri notte ho fatto tardi e tutto ciò che mi è rimasto da sognare sono state le dolci note di Tori Amos, emozioni che scendono come riccioli dorati e le ricadono adagiate sulle spalle, come su note di un pianoforte in sottofondo. Il giorno di oggi sarà lungo, tra la raccolta delle olive, un po' di studio e di occasioni mancate, un sole grande e gelido, buone dosi di caffè divise col cammello (che adesso ancora dorme) e il presentimento che i bambini a messa tenteranno di nuovo di arrampicarsi su di me. Misera colazione, come in tutti i giorni in cui me ne frego della sveglia: una piccola dose di yogurt ai frutti di bosco e un ovetto Pernigotti di cioccolata ultrafondente, ovviamente andato mezzo di traverso. Come fa la cioccolata ad andare di traverso? Bah .. come al solito mi sfogherò col pranzo!
1novembre2001
Chiodi da nove pollici, tutto quello che ho trovato stamattina mentre l'alba morsicchiava le nuvole in un territorio che non mi apparteneva. Musica sporca, catene trascinate e brandelli di panni e sangue raggrumato, manco fosse l'alba dopo Halloween, manco l'avessi festeggiato. Nine Inch Nails, fatti apposta per i polsi, da non credere quanto l'anima converga in questi suoni torbidi; una delle scelte più difficili da condividere, l'ascolto di quest'album [The Fragile], specialmente appena svegli, mentre il cammello è giù a riscaldare il latte e io su a ballare su questi rumori dai ritmi nascosti. Oggi non abbasso il volume, non oggi. Vorrei non svegliarmi mai del tutto, non addentare una mela così verde mentre lascio defluire il battito, vorrei che tutto questo non finisse mai, ma è già andato, anche se ritornerà. Domani mattina.
2novembre2001
Quanta gente simpatica la mattina presto non ha niente di meglio da fare che sbagliare numero al telefono e svegliarti. Così mi ritrovo a pensare a tutte le storie che non mi apparterranno, la nostra relazione di Vasco su tutte. E' un disagio strano ma profondo, non so se capirete. Penso a tutte le canzoni che ho mai ascoltato, i libri letti, i film: vite e vite in cui immedesimarmi, condividere tutto in quelle due ore scarse più intervallo, uscire magari rintronato, padrone di qualche ricordo, con l'illusione di uno scopo, di una continuità. Invece tutto muore, il ricordo di per sé attesta già la morte del presente, il ricordo accantona tutto ciò che ho visto scorrere e morire, ciò che è stato e mai più mi apparterrà. Niente di tutto questo mi apparterrà. Il tutto senza neanche essermi stropicciati gli occhi o stiracchiato le braccia. Tanto, la mia testa è già altrove. La mia testa ultimamente è a compartimenti stagni, il fumo dei pensieri fugge chissà dove. Sorpresa! Scendo in cucina e trovo i cornetti freschi, da mio fratello .. mi immergo con tutti i baffi nella crema pasticciera. Chissà a che pensavo, prima.
3novembre2001
La luce è quasi niente, nei vetri appannati. La luna nascosta dalla notte si rifugia sul tettuccio della macchina, ad ascoltare. E' una voce che canta ad un cuore lontano, già sotto le coperte. La voce canta sulle note del nastro che scorre, sui Pezzi di vetro di De Gregori. La voce canta come può, a volte forte, piena, a volte un sussurro, insegue la melodia attraverso le parole che non ricorda. La mia voce senza pregi stanotte vola leggera, vola al suo amore, è solo un attimo, l'abbraccia ed è come fossi lì .. "e non hai capito ancora come mai gli hai lasciato in un minuto tutto quel che hai .. però stai bene dove stai". E' solo un attimo, passerà la notte a pensarlo e viverlo mille altre volte, passerà e mi sveglierò con un conforto strano e così tenero. Stanotte ti ho visto, ti ho abbracciato, è tutto ciò che sento.
4novembre2001
Lento e sconnesso. Metto su un caffè che berrò freddo, ascolto il cammello raccontare un capodanno d'Egitto, un paio di amici dello stesso sesso, nebbie esotiche e sapore di menta. Il caffè è proprio freddo e non basta neanche la voce di Skin a riscaldarlo. Il cammello è in convalescenza, s'è slogato la zampa posteriore sinistra giocando a pallone .. glielo avevo detto di andare cauto, era tanto che non giocava .. e lui ha voluto provare la rovesciata .. ed ora non abbiamo neanche più il pallone, che se n'è scivolato giù nel ruscello, ora ci staranno giocando le papere e spero che non tentino rovesciate anche loro. Il mio mondo è un cucchiaino lucido e un caffè che non c'è più. Buonanotte, oggi dormo ancora un po'.
9novembre2001
Ero solo. Solo come un animale uscito di gabbia, con tanta libertà da non sapere che farmene. Finalmente sentivo il mio universo stretto attorno alla mia pelle, nessuna interferenza. Questo treno così comodo mi accompagnava a casa in tutta tranquillità. Era strano, in effetti, stare immerso nel silenzio e tenere a bada ogni ricordo, semplicemente non mi sforzavo più di tanto. Questo treno era però così maledettamente silenzioso, le facce oblique che lo abitavano erano uno spettacolo deprimente, non fosse stato per quel caschetto biondo due file di posti più avanti. Quella bocca minuta, quella maglietta pastello, di una bellezza dimessa, del tutto in tono con l'ambiente. Da qualche posto alle mie spalle arrivavano improbabili racconti, gesta epiche di esercitazioni militari, autoblindi affondati nel fango fino al finestrino e sparatorie laser, un film di assurda fantascienza. Mi rabbuiai, era come notte nel mio cervello. Presi il mio zaino blu milletasche e mi andai a sedere di fronte alla mia biondina dimessa. Le voci ora mi arrivavano sfumate e si perdevano nel .. dolente tintinnare .. della sveglia. Alzo la testa dal cuscino, curioso e già stanco. Buongiorno, giorno.
11novembre2001
Il risveglio di oggi è strano e un po' speciale. E' un risveglio pomeridiano, con tutto quello che comporta. E' un risveglio contro un cielo ferruginoso che porta pioggia e terra. Forse è un altro pianeta, forse è solo un mal di testa crescente. Tutto si stravolge, come nel finale di tutte le storie. Perchè tutte le storie finiscono e quelle poche che, speciali, non finiscono, comunque evolvono, cambiano volto, si stravolgono al punto da tracciare una linea di confine, sia essa un anello bianco o solamente un primo bacio. Questa è la mia linea di confine, per oggi. Per quanto ne so, finisce il tempo dell'attesa, anche se tornerà più e più volte. Un saluto dal cammello, dalla sua pelle e dalle sue zampe, ed oggi, sì, anche dalla sua anima. Dalla sua anima che è il ricordo delle abitudini perdute, delle colazioni nella tazza enorme e colorata e col pinguino della mia migliore amica, delle colazioni con toast, ciauscolo e caffè in una casa che non rivedrò mai più. Abitudini perdute come le nostre lunghe lettere, lo sgroppino giù da Kiran, il dipinto cogli angeli che cambia di casa ogni settimana. Abitudini che si perdono, magari senza un reale motivo, che segnano l'orologio dei ricordi. A patto di avere una buona memoria, o a patto di avere un cammello che, la mattina presto, ti viene incontro e ti racconta.
fine
[ continua in attesa ]
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