veleni, viole, silenzi
le aspettative di questi giorni sono misere, vorrei vedere il tempo volare fino
al giorno che il mio amore tornerà, nel frattempo la stanchezza uccide la noia e
toglie il peso dei sospiri
parlo un po' di me, per chi mai l'avesse chiesto
[20marzo02]
I am mine?
[20aprile03]
Eccomi qui, era parecchio che non scrivevo. Ho sempre
amato la semplicità, ma tendo a scordarmene senza rendermi conto che la
semplicità non va solo conquistata ma soprattutto mantenuta. Così, quando mi
sono reso conto che lo scrivere cose semplici non mi era più congeniale, ho
smesso. Ero diventato troppo complicato, non ci capivo niente neanche io, ero il
primo a tentare di interpretarmi. Mi sono visto da lontano e mi sono reso conto
della stupidità di questo concetto, e ho smesso. E oggi ricomincio.
In queste ultime settimane dev'esserci qualcosa che mi sfugge, non riesco bene a
capire. In molti hanno il sentore di qualcosa che non va, io no. Ho abbassato lo
sguardo e ho diminuito il mio orizzonte. Ho smesso di cercare dentro me stesso,
almeno per un po', mi sono accontentato di quello che avevo trovato finora, sto
bene così. Sarà per questo che non sento le cose come gli altri, se non guardo
me stesso difficilmente riuscirò a guardare bene gli altri. Ciononostante, mi
sembra che tutto l'allarmismo che c'è in giro (non parlo delle grandi questioni,
delle piccole cose di ogni giorno) sia fuori luogo. Se volete convincermi del
contrario, provate pure, ma abbandonate il vostro parlare per sensazioni. Ditemi
le cose come stanno.
Nel gioco dei comportamenti, sembra che la mia parte animale abbia preso il
sopravvento. E' solo un gioco, ma fa bene. C'è molta gente assurda che mi
assicura che dobbiamo allontanare la nostra parte animale, dobbiamo elevarci. Io
no, avrei paura di snaturarmi. Ho scavato tra i miei istinti e lasciato loro
libero sfogo, li ho osservati agire tramite il mio corpo, le mie mani, i miei
zigomi. Li ho osservati ed insieme li ho catturati. E una volta in gabbia, li ho
guardati da più vicino ed ho imparato ad apprezzarli. Gli istinti sono la cosa
che più ci fa sentire vivi, non vanno sottovalutati nè troppo addomesticati.
Ho cercato a lungo Dio dentro di me, nell'arco di quest'anno. Devo concludere
che non l'ho trovato. Mi ero messo alla prova e devo cedere di fronte alla mia
evidenza.
Il diario del Piko sembra assomigliare alle cose che scrivevo, nella sua
parabola. Ha preso questa piega laterale per cui si insinua talmente nella
realtà delle cose che finisce per distaccarsene, rimanendo l'appendice di un
pensiero incompiuto, il cui valore è celato nella mente che la produce. Credo
che il punto di vista stia vagando per conto suo, credo che si stia perdendo il
controllo. In una situazione simile, a me dopo un po' è passata la voglia, spero
che a te vada diversamente. Anche solo per vedere lo stadio successivo. Cmq è
solo la mia opinione, potrei sbagliarmi.
La prossima volta vi parlerò di come l'anima del rock nel mondo stia andando
affanculo. Buona pasqua. Riposatevi, fate lunghe passeggiate. Non corte, lunghe.
Altrimenti lasciate perdere.
Scrivete.
la
natura delle cose
[7giugno03]
Di tanto in tanto mi piace trovare il tempo mentale per
certe umili cose, la calma di lavarmi lentamente, seguire lo strano svolgersi di
ogni centimetro di pelle, solo e assoluto. Si dorme e si veglia. E si scrive. A
volte si parla di se stessi, a volte ci si immedesima nell'altro e si scrive,
col gusto di non essere riconosciuto, senza poi riconoscersi, chissà dove s'era
nascosta la coscienza.
Il tutto rispettando una sola regola: non si scrive quando si legge. Altrimenti
si ruba soltanto. Capovolgendo un vecchio detto dalle origini illustri, non è
vero che si vive o si scrive, piuttosto si scrive proprio ciò che si vive.
Altrimenti non avremo mai niente da dirci. Chi legge, invece, vive un sogno
altrui, la sua coscienza si trasforma in un miscuglio di strani odori. Si vive
una vita altrui, una vita peraltro già scritta.
Chi legge non deve scrivere. A certe conclusioni morali si arriva più facilmente
e velocemente quando si è in salute e moderatamente ricchi. La cleptomania
servo-assistita che mi ha reso famoso da bambino mi ha tenuto compagnia per un
paio di mesi, quest'anno, tentando di deridermi. Ho già abbastanza furti sulle
spalle, per quanto ciò sia ormai considerato un pregio, se non un'arte. E' come
chiedersi la differenza tra povertà e miseria, che c'è e non è neanche sottile.
I furti pesano, ma non troppo. La dignità, invece, non ha mai avuto nè il peso
nè il prezzo della paura, o premura, d'essere visto.
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