24marzo02
la direzione è scelta e i passi non si fermano, qui non basta il pentimento, la discordia genera se stessa e tutto esplode lasciando un semplice disturbo radicato, la vecchia macchina da scrivere bagnata di sole su un lato riflette sul peso del bucato sul sottile filo volante, le pagine bianche vorrebbero essere riempite di parole di una lingua dimenticata, vorrebbero essere così piene di errori da lasciare in eredità solo una leggera sensazione di disturbo tra le righe, i termini sono suoni senza più significato, i dizionari ristagnano, le loro pagine ammuffiscono, sinonimi dimenticati e contrari aboliti, la semplicità domina i pensieri, i vocaboli diminuiscono, tutto dovrebbe essere più chiaro ma ancora non riusciamo a capirci, una limpida situazione inconscia di disturbo, lasciare la propria firma è sempre più difficile, ogni oggetto si sottrae alla nostra inetta sincera voglia di restare qui, non voluti, in mezzo a ciò che non abbiamo, in posizioni scomode e ridicole, immersi senza voglia nelle storie che mai racconteremo, parassiti inefficaci tutti intenti a sorseggiare il rimorso, piccolo disturbo da scacciare con un dito
28marzo02
come sempre, parlando del niente e di tutti coloro che ci stanno così bene e perfino ci si riconoscono, la sensazione a pelle è una leggera ombra di disgusto e un netto rifiuto, tutto ritorna ogni volta più carico delle vecchie ragioni, non resta altro che chinare il capo, aspettare che il vento spazzi via le foglie e che l'acqua conceda ancora le rocce e i bagliori del fondo, fare come se non ci sarà una prossima crisi, non è così difficile dimenticarsene, in fondo
4aprile02
chaos theory
come quando una chitarra distorta arpeggia, ogni nota si lascia accavallare, è un vento che parla di luoghi lontani, come quando ti arriva un bacio sulla pancia, quasi non ci credi, mentre guardi fisso il sole perdersi su tre file di monti, quando l'aria si increspa di onde invisibili, il messaggero velato di luce diserta i tuoi sogni questa notte, tutto si confonde, tutto si rivela
21aprile02
grigio chiaro
chi gioca alla poesia lascia segni effimeri
ricordo una pianta rampicante
nell'occhiello di una diga,
terra smossa sullo sfondo,
legni maceri
ciò che è grande si dissolve,
ciò che cade non ha ombre da mostrare
non ti troverò mai
in questi silenzi da rispettare,
ritmi tribali e stupidi riti di folle paganti
assetate di tremiti,
non ti troverò mai
7maggio02
percetudine
Tutti in fila per l'esecuzione, biglietto alla mano, bagnati di folla e di sudore. Tenebra s'illude e squarta il mentre, il fascino del treno vieta sporgersi e afferrare le corna del toro. E' un pozzo di sfiga, intorno c'è solo pietra, niente brivido animale che scema o sbrama; un accolito composito, deposto, a guardare bene sbadiglia di lato. Devo restare tranquillo allo scopo di non perdere i capelli, i miei baffi lo sanno; squadretto assonnato, rimando un fraseggio; rimpinguo il solvente, non ti ascolto, di fronte ho solo un reggiseno poco riempito, assenzio, dondolii ottusi e sciancati, ti ripeto, non sento. Purtroppo, come dice il tuo amico geloso, non si butta niente. Neanche me.
11maggio02
in prima persona
Lo ammetto. Non certo per il vostro sguardo
attento, non mi intimidite. Lo ammetto perché lo credo; finalmente, direte
voi. Non esiste cosa alcuna che duri per sempre. Ogni mio spensierato
momento, ogni attimo presente, ogni sogno. Ogni 'per ora'. Lo ammetto, sì.
'Per ora non dura per sempre'. L'ho detto. E adesso lasciatemi abbassare le
mani, lasciatemi andare, tenetevi pure la mia tessera di adolescente
scaduta. Ho venduto la mia rabbia a basso prezzo ed ora ho voglia di
guardare alla finestra. Niente.
Il tempo passa, io saltello nel tempo, storto. Scelgo le cose belle, è più
facile, scelgo Talea.
Ho trovato ciò che manca, da tempo. Manca la gioia di camminare e dare il
nome alle cose, agli alberi, piantare un ramo ibrido d'arancio proprio
davanti alla finestra della cucina, che apro tutte le mattine mentre scaldo
il latte. Aprire la finestra e vedere ogni foglia crescere. Assaporarne la
crescita. Assaporare la crescita di Talea, ogni mattino. Un bel film, ogni
tanto, uno sguardo alle mie gemme da due lire.
Mi reputano coglione perché non pretendo soldi in cambio. E' vero. Pretendo
sogni.
Celebro la morte della poesia, detesto la poesia. Ne scrivo addirittura,
senza quasi mai rileggerla. Il poeta scrive per gli altri, niente di più
falso. Il poeta scrive per se stesso, ancora niente di più falso. Il poeta
scrive per lo stesso motivo per cui il nonno gioca a carte col bambino. Il
poeta scrive per lo stesso motivo per cui ogni tanto facciamo un viaggio,
sia pure per portare il cane giù in strada o il più lontano possibile.
Stasera esco in giacca.
20maggio02
ninfa gelida
vorrei toccarti, ninfa gelida,
carezze impensabili e piccole torture,
che il tuo specchio da dama ritragga e conservi l'odore
sei tutto quello che non posso,
ma in questo sogno dilatato il tuo respiro mi appartiene,
scende lenta dalle spalle la mia mano,
intarsi sul tuo braccio, bracciali adorni di biondi ciondoli,
la tua mano tesa,
l'anello turchese di sei lune prende luce,
indugio sul tuo ultimo silenzio, nella mente
rami d'olivo infuocati e buio
l'assenza perpetua guarisce,
rivela bagliori diversi,
mi guardi negli occhi che fissano incerti il camino,
il sipario è divelto, squarciato nel mezzo,
cercavo il tuo corpo e nient'altro,
ti prego, spalanca o dissolvi le porte all'agguato sventato
o fuggi, finché puoi, perché tornerò a volerti
[ mi ritraggo, mi dileguo, lascio sola la tua pelle
a scoprire il rauco incanto: il gran porco,
re d'ingiurie e tradimenti
che da giorni siede accanto ai tuoi stivali,
oggi porta la mia testa ]
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