Il delirio degli aironi
Non abbiamo più voglia di combattere né di lame e coltelli, siamo stanchi
di troni sbriciolati e la realtà ci stupisce.
Siamo increduli e vorremmo credere, sfiniti ma desiderosi di nuovi voli.
Quel che è fatto è fatto, non rammarichiamoci per le nostre azioni, mostriamo
le ferite come fossero trofei e rallegriamoci per gli occhi di piuma che
ci solleticano dentro.
Anche noi abbiamo affondato le punte per lacerare ma non di questo ci
vantiamo,
sotterrammo l'arroganza sotto il letto dei mari immergendoci fino in fondo
rischiando la morte più che in traversata, ma ci salvammo e con noi
l'arroganza
si salvò.
Siamo vivi negli stagni, aironi che cercano quiete e cibo nell'acqua più
bassa dove meglio si intravede il fondo, tuttavia della salvezza non siamo
certi e oggi non vogliamo sapere di quello che sarà domani. Ditelo alle
vostre streghe perché se ne parli nei misteri, continuino pure i consigli
di tribù i fuochi in cielo, l'ultima sfida l'affronteremo con noi stessi.
Stagliata sull'orizzonte vedrete la nostra nuvola emigrare e noi grideremo
ancora un saluto, soffriamo l'indifferenza e non i giudizi.
