Cometa
Marta
<< Ma?……Marta? ci sei? >>
<< Uhmm? >>
<< Il thé verde ci fa sprofondare in altre dimensioni …….. neanche a
sniffarcelo! >>
Sorride. Il principale passatempo di colei che è la silenziosa custode dei miei
pensieri da tre anni fa ad oggi. Sorride e si rituffa nella tazza bianca piena
di bevanda rilassante. Al quadretto di noi due intorno al tavolo manca solo la
neve alla finestra per divenire la rappresentazione di un pomeriggio perfetto
per il 1° dicembre.
E invece è ferragosto.
Entrambe, agevolate dal silenzio delle 4 meno 10 di notte, stiamo sondando gli
infiniti mondi paralleli alla cucina della sua casa di montagna, con
l’impagabile ausilio di un‘ottima tazza di JAVA GREEN TEA.
Oltre le nostre voci forzatamente sommesse per non svegliare i suoi che dormono
al piano superiore, il ticchettio dell’orologio a pendolo sulla parete dietro di
me. Perché un orologio a pendolo in cucina e non in salotto - mi chiedo
rigorosamente tre me e me: sollevare la domanda alle autorità pubbliche mi
causerebbe il doloroso sciroppamento del monologo strappapalle-infervorato della
madre di Marta e Dio me ne scampi; ho superato nel pomeriggio quello
illustrativo dei lavori del punto croce.
<< C’è vento stasera? >>
<< No >>
<< E allora che cazzo è questo rumore spettrale? >>
<< L’orologio >>
<< No… quest’altro >>
<< Ah! È il frigo! >>
<< La seconda dimensione ci sta inghiottendo… >>
Controllo intorno: siamo immobili da tempo indeterminabile. Cazzo! Saranno
almeno 10 minuti che penso e non ci siamo mosse di un millimetro. Non ho neanche
scostato le labbra dal bordo tiepido della tazza bianca che tengo in mano.
Se mi voltassi di 45 gradi (non uno di più) verso sinistra vedrei sporgere da un
pannello di ciliegio affisso nel muro giallino i due ganci vuoti ai quali, forse
20 minuti fa, stavano appese le nostre tazze di porcellana candida. Ogni cosa ha
il suo posto qui.
cometa
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