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Testi Giorgio Gaber - Io non mi sento italiano (2003)


IL TUTTO È FALSO

Questo mondo corre come un aeroplano e mi appare più sfumato e più lontano. Per fermarlo tiro un sasso controvento ma è già qui che mi rimbalza pochi metri accanto. Questo è un mondo che ti logora di dentro ma non vedo come fare ad essere contro. Non mi arrendo ma per essere sincero io non trovo proprio niente che assomigli al vero. Il tutto è falso il falso è tutto. Il tutto è falso il falso è tutto. E allora siamo un po' preoccupati per i nostri figli ci spaventano i loro silenzi i nostri sbagli. L'importante è insegnare quei valori che sembrano perduti con il rischio di creare nuovi disperati. Il tutto è falso il falso è tutto. Non a caso la nostra coscienza ci sembra inadeguata quest'assalto di tecnologia ci ha sconvolto la vita. Forse un uomo che allena la mente sarebbe già pronto ma a guardarlo di dentro è rimasto all'ottocento. Il tutto è falso il falso è tutto. Io che non riesco più a giudicare non so neanche che cosa dire della mia solitudine. Guardo con il mio telecomando e mi trovo in mezzo al mondo e alla sua ambiguità. C'è qualcuno che pensa di affrontare qualsiasi male con la forza innovatrice di uno Stato liberale. Che il mercato risolva da solo tutte le miserie e che le multinazionali siano necessarie. Il tutto è falso il falso è tutto. Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Il tutto è falso il falso è tutto. Io che non riesco più a ritrovare qualche cosa per farmi uscire dalla mia solitudine. Cerco di afferrare un po' il presente ma se tolgo ciò che è falso non resta più niente. Il tutto è falso il falso è tutto. Il tutto è falso il falso è tutto quello che si sente quello che si dice il falso è un'illusione che ci piace il falso è quello che credono tutti È il racconto mascherato dei fatti il falso è misterioso e assai più oscuro se è mescolato insieme a un po' di vero il falso è un trucco un trucco stupendo per non farci capire questo nostro mondo questo strano mondo questo assurdo mondo in cui tutto è falso il falso è tutto. Il tutto è falso il falso è tutto Il tutto è falso il falso è tutto Il tutto è falso il falso è tutto, tutto, tutto.

NON INSEGNATE AI BAMBINI

Non insegnate ai bambini non insegnate la vostra morale è così stanca e malata potrebbe far male forse una grave imprudenza è lasciarli in balia di una falsa coscienza. Non elogiate il pensiero che è sempre più raro non indicate per loro una via conosciuta ma se proprio volete insegnate soltanto la magia della vita. Giro giro tondo cambia il mondo. Non insegnate ai bambini non divulgate illusioni sociali non gli riempite il futuro di vecchi ideali l'unica cosa sicura è tenerli lontano dalla nostra cultura. Non esaltate il talento che è sempre più spento non li avviate al bel canto, al teatro alla danza ma se proprio volete raccontategli il sogno di un'antica speranza. Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente stategli sempre vicini date fiducia all'amore il resto è niente. Giro giro tondo cambia il mondo. Giro giro tondo cambia il mondo.

IO NON MI SENTO ITALIANO

Io G. G. sono nato e vivo a Milano. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente non è per colpa mia ma questa nostra Patria non so che cosa sia. Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea ma temo che diventi una brutta poesia. Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno dell'inno nazionale di cui un po' mi vergogno. In quanto ai calciatori non voglio giudicare i nostri non lo sanno o hanno più pudore. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente se arrivo all'impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza. E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi. Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo. Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia. Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. È anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente dovete convenire che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire. Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo e abbiamo anche un passato che non dimentichiamo. Mi scusi Presidente ma forse noi italiani per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini. Allora qui mi incazzo son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos'è il Rinascimento. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio. Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante c'è un'altra osservazione che credo sia importante. Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno ma forse abbiam capito che il mondo è un teatrino. Mi scusi Presidente lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite. Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono.

L'ILLOGICA ALLEGRIA

Da solo lungo l'autostrada alle prime luci del mattino. A volte spengo anche la radio e lascio il mio cuore incollato al finestrino. Lo so, del mondo e anche del resto lo so, che tutto va in rovina ma di mattina quando la gente dorme col suo normale malumore mi può bastare un niente forse un piccolo bagliore un'aria già vissuta un paesaggio o che ne so. E sto bene io sto bene come uno quando sogna non lo so se mi conviene ma sto bene che vergogna. Io sto bene proprio ora proprio qui non è mica colpa mia se mi capita cosi. È come un'illogica allegria di cui non so il motivo non so che cosa sia. È come se improvvisamente mi fossi preso il diritto di vivere il presente. Io sto bene quest'illogica allegria proprio ora, proprio qui. Da solo lungo l'autostrada alle prime luci del mattino.

I MOSTRI CHE ABBIAMO DENTRO

Fa un certo effetto non capire bene da dove nasce ogni tua reazione. E tu stai vivendo senza sapere mai nel tuo profondo quello che sei quello che sei. I mostri che abbiamo dentro che vivono in ogni uomo nascosti nell'inconscio sono un atavico richiamo. I mostri che abbiamo dentro che vagano in ogni mente sono i nostri oscuri istinti e inevitabilmente dobbiamo farci i conti. I mostri che abbiamo dentro silenziosi e insinuanti sono il gene egoista che senza complimenti domina e conquista. I mostri che abbiamo dentro ci spingono alla violenza che quasi per simbiosi si è incollata alla nostra esistenza. La nostra vita civile la nostra idea di giustizia e uguaglianza la convivenza sociale è minacciata dai mostri che sono la nostra sostanza. I mostri che abbiamo dentro i mostri che abbiamo dentro. I mostri che abbiamo dentro ci fanno illanguidire di fronte a quella cosa che spudoratamente noi chiamiamo amore. I mostri che abbiamo dentro sono insaziabili e funesti sono il potere a tutti i costi ma anche chi lo odia soltanto per invidia. I mostri che abbiamo dentro ci ispirano il grande sogno di un Dio severo e giusto col mitico bisogno di Allah e di Gesù Cristo. I mostri che abbiamo dentro ci inculcano idee contorte e il gusto sadico e morboso di fronte a immagini di morte. La nostra vita cosciente la nostra fede nel giusto e nel bello è un equilibrio apparente che è minacciato dai mostri che abbiamo nel nostro cervello. I mostri che abbiamo dentro crescono in tutto il mondo i mostri che abbiamo dentro ci stanno devastando. I mostri che abbiamo dentro che vivono in ogni mente che nascono in ogni terra inevitabilmente ci portano alla guerra.

IL DILEMMA

In una spiaggia poco serena camminavano un uomo e una donna e su di loro la vasta ombra di un dilemma. L'uomo era forse pi� audace pi� stupido e conquistatore la donna aveva perdonato non senza dolore. Il dilemma era quello di sempre un dilemma elementare se aveva o non aveva senso il loro amore. In una casa a picco sul mare vivevano un uomo e una donna e su di loro la vasta ombra di un dilemma. L'uomo è un animale quieto se vive nella sua tana la donna non si sa se è ingannevole o divina. Il dilemma rappresenta l'equilibrio delle forze in campo perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo. Il loro amore moriva come quello di tutti come una cosa normale e ricorrente perché morire e far morire è un'antica usanza che suole aver la gente. Lui parlava quasi sempre di speranza e di paura come l'essenza della sua immagine futura. E coltivava la sua smania e cercava la verità lei l'ascoltava in silenzio lei forse ce l'aveva già. Anche lui curiosamente come tutti era nato da un ventre ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa. In un giorno di primavera mentre lei non lo guardava lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova. E ancora oggi non si sa se era innocente come un animale o se era come instupidito dalla vanit�. Ma stranamente lei si chiese se non fosse un'altra volta il caso di amare e di restar fedele al proprio sposo. Il loro amore moriva come quello di tutti con le parole che ognuno sa a memoria sapevan piangere e soffrire ma senza dar la colpa all'epoca o alla storia. Questa voglia di non lasciarsi è difficile da giudicare non si sa se è una cosa vecchia o se fa piacere. Ai momenti di abbandono alternavano le fatiche con la gran tenacia che è propria delle cose antiche. E questo è il sunto di questa storia per altro senza importanza che si potrebbe chiamare appunto resistenza. Forse il ricordo di quel Maggio gli insegnò anche nel fallire il senso del rigore e il culto del coraggio. E rifiutarono decisamente le nostre idee di libertà in amore a questa scelta non si seppero adattare. Non so se dire a questa nostra scelta o a questa nostra nuova sorte so soltanto che loro si diedero la morte. Il loro amore moriva come quello di tutti non per una cosa astratta come la famiglia loro scelsero la morte per una cosa vera come la famiglia. Io ci vorrei vedere più chiaro rivisitare il loro percorso le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso. Vorrei riuscire a penetrare nel mistero di un uomo e una donna nell'immenso labirinto di quel dilemma. Forse quel gesto disperato potrebbe anche rivelare come il segno di qualcosa che stiamo per capire. Il loro amore moriva come quello di tutti come una cosa normale e ricorrente perché morire e far morire è un'antica usanza che suole avere la gente.

IL CORROTTO

Forse mai come ora l'erotismo è vincente ma col tempo capisci che il sesso è poco importante se non è in sintonia con l'amore è un piacere fugace però quella là mi piace. Io so bene che il sesso ha una certa funzione e dovrebbe servire più che altro alla procreazione stranamente su questa teoria son d'accordo col Papa però quella là mi arrapa. La mia vita così triste, così passiva ripetitiva. Quasi sempre c'ho un nodo in gola ma la vista di un bel seno mi consola. Come sono corrotto è una donna piuttosto attraente l'ho già detto. Sotto, sotto chissà cosa sente ha quell'aria innocente e pulita e perciò va punita. Forse mai come ora ovunque ti giri c'è una grande invasione di nudi e di storie volgari che contrasta con una realtà così piena di angosce però quella là che cosce. La mia vita è strapiena di tante cose assai noiose. C'ho anche un po' di malinconia ma alle volte un bel culo fa allegria. Come sono corrotto io non so lei chi sia ma è un dettaglio non un difetto. Forse, forse direi che è anche meglio quando parla è un po' troppo agguerrita e perciò va punita. Io ci tengo al rapporto umano però va punita. Il perché non lo so nemmeno però va punita. Sono peggio di un talebano però va punita punita punita Punita

LA PAROLA IO

La parola io è un'idea che si fa strada a poco a poco nel bambino suona dolce come un'eco è una spinta per tentare i primi passi verso un'intima certezza di se stessi. La parola io con il tempo assume un tono più preciso qualche volta rischia di esser fastidioso ma è anche il segno di una logica infantile è un peccato ricorrente ma veniale. Io, io, io ancora io. Ma il vizio dell'adolescente non si cancella con l'età e negli adulti stranamente diventa pi� allarmante e cresce. La parola io è uno strano grido che nasconde invano la paura di non essere nessuno è un bisogno esagerato e un po' morboso è l'immagine struggente del Narciso. Io, io, io e ancora io. Io che non sono nato per restare per sempre confuso nell'anonimato io mi faccio avanti non sopporto l'idea di sentirmi un numero fra tanti ogni giorno mi espando io posso essere il centro del mondo. Io sono sempre presente son disposto a qualsiasi bassezza per sentirmi importante devo fare presto esaltato da questa mania di affermarmi ad ogni costo mi inflaziono, mi svendo io voglio essere il centro del mondo. Io non rispetto nessuno se mi serve posso anche far finta di essere buono devo dominare sono un essere senza ideali assetato di potere sono io che comando io devo essere il centro del mondo. Io vanitoso, presuntuoso esibizionista, borioso, tronfi o io superbo, megalomane, sbruffone avido e invadente disgustoso, arrogante, prepotente io, soltanto io ovunque io. La parola io questo dolce monosillabo innocente è fatale che diventi dilagante nella logica del mondo occidentale forse è l'ultimo peccato originale. Io.

C'È UN'ARIA

Dagli schermi di casa un signore un po' eccitato o una rossa decisa con il gomito appoggiato ti rallegran la cena sorridendo e commentando con interviste filmate ti raccontano a turno a che punto sta il mondo. E su tutti i canali arriva la notizia un attentato, uno stupro o se va bene una disgrazia che diventa un mistero di dimensioni colossali quando passa dal video a quei bordelli di pensiero che chiamano giornali. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria. E ogni avvenimento di fatto si traduce in tanti 'sembrerebbe' 'si vocifera', 'si dice' con titoli d'effetto che coinvolgono la gente in un gioco al rialzo che riesce a dire tutto senza dire niente. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. Lasciateci aprire le finestre lasciateci alle cose veramente nostre e fateci pregustare l'insolita letizia di stare per almeno dieci anni senza una notizia. E in quel grosso mercato di opinioni concorrenti puoi pescare un'idea tra le tante stravaganti e poi ci son gli interventi e i tanti pareri alternativi che ti saltano addosso come le marche dei preservativi. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria. E c'è un gusto morboso nel mestiere di informare uno sfoggio di pensieri senza mai l'ombra di un dolore e le miserie umane raccontate come film gialli sono tragedie oscene che soddisfano la fame di certi avidi sciacalli. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. Lasciateci almeno l'ignoranza che è molto meglio della vostra idea di conoscenza che quasi fatalmente chi ama troppo l'informazione oltre a non sapere niente è anche più coglione. I servizi aggiornati testimoniano gli eventi con audaci filmati e inquadrature emozionanti di persone malate che non possono guarire di bambini denutriti così ben fotografati messi in posa per morire. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria. Sarà che siete in preda di uno strano meccanismo intervenire se conviene forse è una regola del giornalismo e quando c'è una guerra allora aumenta la richiesta non aspettavate altro vi sbizzarrite coi talk-show per voi diventa una festa. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca l'aria. Lasciatemi col gusto dell'assenza lasciatemi da solo con la mia esistenza che se mi raccontate la mia vita di ogni giorno finisce che non credo neanche a ciò che ho intorno. Ma la televisione che ti culla dolcemente presa a piccole dosi direi che è quasi un tranquillante la si dovrebbe trattare in tutte le famiglie con lo stesso rispetto che è giusto avere per una lavastoviglie. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria. E leggendo i giornali con un minimo di ironia li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia che poi il giorno dopo o anche il giorno stesso vanno molto bene per accendere il fuoco o per andare al cesso. C'è un'aria, un'aria, ma un'aria c'è un'aria, un'aria, ma un'aria c'è un'aria, un'aria, ma un'aria che manca, che manca, che manca l'aria.

SE CI FOSSE UN UOMO

Se ci fosse un uomo Se ci fosse un uomo (coro) Se ci fosse un uomo un uomo nuovo e forte forte nel guardare sorridente la sua oscura realtà del presente. Se ci fosse un uomo forte di una tendenza senza nome se non quella di umana elevazione forte come una vita che è in attesa di una rinascita improvvisa. Se ci fosse un uomo (coro) Se ci fosse un uomo generoso e forte forte nel gestire ciò che ha intorno senza intaccare il suo equilibrio interno forte nell'odiare l'arroganza di chi esibisce una falsa coscienza forte nel custodire con impegno la parte più viva del suo sogno se ci fosse un uomo. Se ci fosse un uomo (coro) Questo nostro mondo ormai è impazzito e diventa sempre più volgare popolato da un assurdo mito che è il potere. Questo nostro mondo è avido e incapace sempre in corsa e sempre più infelice popolato da un bisogno estremo e da una smania vuota che sarebbe vita se ci fosse un uomo. Se ci fosse un uomo. Se ci fosse un uomo. Se ci fosse un uomo (coro) Allora si potrebbe immaginare un umanesimo nuovo con la speranza di veder morire questo nostro medioevo. Col desiderio che in una terra sconosciuta ci sia di nuovo l'uomo al centro della vita. Allora si potrebbe immaginare un neo rinascimento un individuo tutto da inventare in continuo movimento. Con la certezza che in un futuro non lontano al centro della vita ci sia di nuovo l'uomo. Un uomo affascinato da uno spazio vuoto che va ancora popolato. Popolato da corpi e da anime gioiose che sanno entrare di slancio nel cuore delle cose. Popolato di fervore e di gente innamorata ma che crede all'amore come una cosa concreta. Popolato da un uomo che ha scelto il suo cammino senza gesti clamorosi per sentirsi qualcuno. Popolato da chi vive senza alcuna ipocrisia col rispetto di se stesso e della propria pulizia. Uno spazio vuoto che va ancora popolato. Popolato da un uomo talmente vero che non ha la presunzione di abbracciare il mondo intero. Popolato da chi crede nell'individualismo ma combatte con forza qualsiasi forma di egoismo. Popolato da chi odia il potere e i suoi eccessi ma che apprezza un potere esercitato su se stessi. Popolato da chi ignora il passato e il futuro e che inizia la sua storia dal punto zero Uno spazio vuoto che va ancora popolato. Popolato da chi è certo che la donna e l'uomo siano il grande motore del cammino umano. Popolato da un bisogno che diventa l'espressione di un gran senso religioso ma non di religione. Popolato da chi crede in una fede sconosciuta dov'è la morte che scompare quando appare la vita. Popolato da un uomo cui non basta il crocefisso ma che cerca di trovare un Dio dentro se stesso. Allora si potrebbe immaginare un umanesimo nuovo con la speranza di veder morire questo nostro medioevo. Col desiderio che in una terra sconosciuta ci sia di nuovo l'uomo al centro della vita. Con la certezza che in un futuro non lontano al centro della vita ci sia di nuovo l'uomo.



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