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Testi Marlene Kuntz - Come di sdegnoMarlene Kuntz - Come di sdegno AURORA Non ti sei accorto ancora che siamo più attraenti delle metafore? (La mediocrità ti consolida e gli ipocriti sostengono l'opera) E' un abbaglio stomachevole che non ci fa sorridere No, non ci fa sorridere. Non ti sei accorto ancora che siamo più veraci delle retoriche? (Freschi come aurora di marmo risplenderemo sulle tue reliquie) E' un orgoglio miserevole ignorare l'innegabile e non ci fa sorridere No non ci fa sorridere. Un giorno, presto, capirai piegato all'evidenza di ogni verità e ci farai sorridere e ti farai deridere. COME STAVAMO IERI Quanto fa male lavorare al male che compare a causa dei miei vuoti d'anima sento l'inutilità obbligata delle scuse solite: il mio costume, la tua rabbia su di me come stavamo ieri... sarà così domani? dimmi di sì quanto fa male ritornare al gelo dei sorrisi uccisi dalle nostre lacrime quanto fa male devastare gli argini del nostro scorrere: la terra è fradicia anche al sole oramai come stavamo ieri... sarà così domani? dimmi di sì DONNA L Donna L chiede se c'è spazio per la sua sete Uno che la porti via da me! Via da me! Via da me! Donna L ha sete e non è di quello che c'è già dentro di lei e intorno a lei dai piedi suoi ai piedi miei VOMITAA Pista da ballo ora è più flipper L è una palla che fa scintille ROTOLAA Via di qui! Via di qui! Donna L chiede se c'è spazio per la sua sete... QUESTO E ALTRO Era un tête-à-tête con l'avvenente Intimità un offuscamento sul crinale dove Licenziosità, dal basso occhieggiava proprio verso me C'erano un frastuono in testa ed uno sguardo steso e poi sotto e sopra e sotto e in faccia un gorgo verso il vuoto e Ondina, la sirena, che mi offriva ospitalità Improvvisamente il mulinello ha ritirato le sue spire una ed una ed una per lasciarti comparire ancora più vero, sgradito e grigio come mai Questo e altro è il mondo dove non sei riverito Questo e altro è il mondo dove non sei accettato Questo e altro è il mondo che il tuo arrivo ha screpolato: penetrano i fumi di pallose amenità Certe cose son da fare: una è detta ELIMINARE Certe cose son da fare: la seconda è CANCELLARE LA VAMPA DELLE IMPRESSIONI (parte II) La forza dell'indignazione aveva scosso quel flusso dei pensieri senza corpo. Il rapimento era sbilenco e di colore indefinito. La testa appesa. Il tempo perso. E un grande uncino adeguato come spina dorsale. E in qualche istante speciale un brivido dipinse la smorfia dello sdegno, e uno schiocco alle emozioni riscaldò dal freddo. Le narici che ingoiano nausea ed espellono fiele, gli occhi che giurano abbandono, il cervello che bolle per il fuoco in superficie: l'indignazione ha questa faccia, e indossa stivali neri come la pece... per schiacciare le tentazioni. La malia dell'indignazione ha dunque scosso quel flusso dei pensieri senza corpo. E un sacro paonazzo ardore ha scacciato quei colori lontani, ed ha acceso di rosso scarlatto il pulviscolo delle impressioni. Lunghe mani bianche e sottili, nervose di candore, schiaffeggiano l'aria malata: sublima il buon gusto e s'accascia la comune opinione. L'indignazione è rara (quella vera). Ed io odio il carcere <-- Elenco dei Testi e degli Artisti |