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Testi Fabrizio De Andrè - 1976 FDA


Fabrizio De Andrè - 1976 FDA



IL PESCATORE 

All'ombra dell'ultimo sole 
s'era assopito un pescatore 
e aveva un solco lungo il viso 
come una specie di sorriso. 

Venne alla spiaggia un assassino 
due occhi grandi da bambino 
due occhi enormi di paura 
eran gli specchi di un'avventura. 

E chiese al vecchio dammi il pane 
ho poco tempo e troppa fame 
e chiese al vecchio dammi il vino 
ho sete e sono un assassino. 

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno 
non si guardò neppure intorno 
ma versò il vino e spezzò il pane 
per chi diceva ho sete e ho fame. 

E fu il calore di un momento 
poi via di nuovo verso il vento 
davanti agli occhi ancora il sole 
dietro alle spalle un pescatore. 

Dietro alle spalle un pescatore 
e la memoria è già dolore 
è già il rimpianto di un aprile 
giocato all'ombra di un cortile. 

Vennero in sella due gendarmi 
vennero in sella con le armi 
chiesero al vecchio se lì vicino 
fosse passato un assassino. 

Ma all'ombra dell'ultimo sole 
s'era assopito il pescatore 
e aveva un solco lungo il viso 
come una specie di sorriso 
e aveva un solco lungo il viso 
come una specie di sorriso. 
 

BOCCA DI ROSA 

La chiamavano bocca di rosa 
metteva l'amore, metteva l'amore, 
la chiamavano bocca di rosa 
metteva l'amore sopra ogni cosa. 

Appena scese alla stazione 
nel paesino di San Vicario 
tutti si accorsero con uno sguardo 
che non si trattava di un missionario. 

C'è chi l'amore lo fa per noia 
chi se lo sceglie per professione 
bocca di rosa né l'uno né l'altro 
lei lo faceva per passione. 

Ma la passione spesso conduce 
a soddisfare le proprie voglie 
senza indagare se il concupito 
ha il cuore libero oppure ha moglie. 

E fu così che da un giorno all'altro 
bocca di rosa si tirò addosso 
l'ira funesta delle cagnette 
a cui aveva sottratto l'osso. 

Ma le comari di un paesino 
non brillano certo in iniziativa 
le contromisure fino a quel punto 
si limitavano all'invettiva. 

Si sa che la gente dà buoni consigli 
sentendosi come Gesù nel tempio, 
si sa che la gente dà buoni consigli 
se non può più dare cattivo esempio. 

Così una vecchia mai stata moglie 
senza mai figli, senza più voglie, 
si prese la briga e di certo il gusto 
di dare a tutte il consiglio giusto. 

E rivolgendosi alle cornute 
le apostrofò con parole argute: 
"il furto d'amore sarà punito- 
disse- dall'ordine costituito". 

E quelle andarono dal commissario 
e dissero senza parafrasare: 
"quella schifosa ha già troppi clienti 
più di un consorzio alimentare". 

E arrivarono quattro gendarmi 
con i pennacchi con i pennacchi 
e arrivarono quattro gendarmi 
con i pennacchi e con le armi. 

Spesso gli sbirri e i carabinieri
al proprio dovere vengono meno
ma non quando sono in alta uniforme
e l'accompagnarono al primo treno.
(nota: qui Fabrizio usa la versione censurata)

Alla stazione c'erano tutti 
dal commissario al sagrestano 
alla stazione c'erano tutti 
con gli occhi rossi e il cappello in mano, 

a salutare chi per un poco 
senza pretese, senza pretese, 
a salutare chi per un poco 
portò l'amore nel paese. 

C'era un cartello giallo 
con una scritta nera 
diceva "Addio bocca di rosa 
con te se ne parte la primavera". 

Ma una notizia un po' originale 
non ha bisogno di alcun giornale 
come una freccia dall'arco scocca 
vola veloce di bocca in bocca. 

E alla stazione successiva 
molta più gente di quando partiva 
chi mandò un bacio, chi gettò un fiore 
chi si prenota per due ore. 

Persino il parroco che non disprezza 
fra un miserere e un'estrema unzione 
il bene effimero della bellezza 
la vuole accanto in processione. 

E con la Vergine in prima fila 
e bocca di rosa poco lontano 
si porta a spasso per il paese 
l'amore sacro e l'amor profano. 
 

LE PASSANTI 

Io dedico questa canzone 
ad ogni donna pensata come amore 
in un attimo di libertà 
a quella conosciuta appena 
non c'era tempo e valeva la pena 
di perderci un secolo in più. 

A quella quasi da immaginare 
tanto di fretta l'hai vista passare 
dal balcone a un segreto più in là 
e ti piace ricordarne il sorriso 
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso 
in un vuoto di felicità. 

Alla compagna di viaggio 
i suoi occhi il più bel paesaggio 
fan sembrare più corto il cammino 
e magari sei l'unico a capirla 
e la fai scendere senza seguirla 
senza averle sfiorato la mano. 

A quelle che sono già prese 
e che vivendo delle ore deluse 
con un uomo ormai troppo cambiato 
ti hanno lasciato, inutile pazzia, 
vedere il fondo della malinconia 
di un avvenire disperato. 

Immagini care per qualche istante 
sarete presto una folla distante 
scavalcate da un ricordo più vicino 
per poco che la felicità ritorni 
è molto raro che ci si ricordi 
degli episodi del cammino. 

Ma se la vita smette di aiutarti 
è più difficile dimenticarti 
di quelle felicità intraviste 
dei baci che non si è osato dare 
delle occasioni lasciate ad aspettare 
degli occhi mai più rivisti. 

Allora nei momenti di solitudine 
quando il rimpianto diventa abitudine, 
una maniera di viversi insieme, 
si piangono le labbra assenti 
di tutte le belle passanti 
che non siamo riusciti a trattenere. 
  

CANZONE DELL'AMORE PERDUTO 

Ricordi sbocciavan le viole 
con le nostre parole 
"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai", 

vorrei dirti ora le stesse cose 
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose 
così per noi 

l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, 
non resta che qualche svogliata carezza 
e un po' di tenerezza. 

E quando ti troverai in mano 
quei fiori appassiti al sole 
di un aprile ormai lontano, 
li rimpiangerai 

ma sarà la prima che incontri per strada 
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, 
per un amore nuovo. 

E sarà la prima che incontri per strada 
che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato, 
per un amore nuovo. 

 

LA CATTIVA STRADA 

Alla parata militare 
sputò negli occhi a un innocente 
e quando lui chiese "perché" 
lui gli rispose questo è niente 

e adesso è ora che io vada 
e l'innocente lo seguì 
senza le armi lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

Nei viali dietro la stazione 
rubò l'incasso a una regina 
e quando lei gli disse "come" 
lui le rispose "forse è meglio è come prima 
forse è ora che io vada" 

e la regina lo seguì 
col suo dolore lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

E in una notte senza luna 
truccò le stelle ad un pilota 
quando l'aeroplano cadde 
lui disse "è colpa di chi muore 
comunque è meglio che io vada" 

ed il pilota lo seguì 
senza le stelle lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

A un diciottenne alcolizzato 
versò da bere ancora un poco 
e mentre quello lo guardava 
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi 
adesso è ora che io vada" 

l'alcolizzato lo capì 
non disse niente e lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

Ad un processo per amore 
baciò le bocche dei giurati 
e ai loro sguardi imbarazzati 
rispose "Adesso è più normale 
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, 
è giusto che io vada 

ed i giurati lo seguirono 
a bocca aperta lo seguirono 
sulla sua cattiva strada 
sulla sua cattiva strada. 

E quando poi sparì del tutto 
a chi diceva "è stato un male" 
a chi diceva "è stato un bene" 
raccomandò "non vi conviene 
venir con me dovunque vada, 
ma c'è amore un po' per tutti 
e tutti quanti hanno un amore 
sulla cattiva strada 
 

UN GIUDICE 

Cosa vuol dire avere 
un metro e mezzo di statura, 
ve lo rivelan gli occhi 
e le battute della gente, 
o la curiosità 
di una ragazza irriverente 
che si avvicina solo 
per un suo dubbio impertinente: 

vuole scoprir se è vero 
quanto si dice intorno ai nani, 
che siano i più forniti 
della virtù meno apparente, 
fra tutte le virtù 
la più indecente. 

Passano gli anni, i mesi, 
e se li conti anche i minuti, 
è triste trovarsi adulti 
senza essere cresciuti; 
la maldicenza insiste, 
batte la lingua sul tamburo 
fino a dire che un nano 
è una carogna di sicuro 
perché ha il cuore toppo, 
troppo vicino al buco del culo. 

Fu nelle notti insonni 
vegliate al lume del rancore 
che preparai gli esami. 
diventai procuratore 
per imboccar la strada 
che dalle panche d'una cattedrale 
porta alla sacrestia 
quindi alla cattedra d'un tribunale, 
giudice finalmente, 
arbitro in terra del bene e del male. 

E allora la mia statura 
non dispensò più buonumore 
a chi alla sbarra in piedi 
mi diceva Vostro Onore, 
e di affidarli al boia 
fu un piacere del tutto mio, 
prima di genuflettermi 
nell'ora dell'addio 
non conoscendo affatto 
la statura di Dio. 
 

IL TESTAMENTO 

Quando la morte mi chiamerà 
forse qualcuno protesterà 
dopo aver letto nel testamento 
quel che gli lascio in eredità 
non maleditemi non serve a niente 
tanto all'inferno ci sarò già 

ai protettori delle battone 
lascio un impiego da ragioniere 
perché provetti nel loro mestiere 
rendano edotta la popolazione 

ad ogni fine di settimana 
sopra la rendita di una puttana 
ad ogni fine di settimana 
sopra la rendita di una puttana 

voglio lasciare a Bianca Maria 
che se ne frega della decenza 
un attestato di benemerenza 
che al matrimonio le spiani la via 

con tanti auguri per chi c'è caduto 
di conservarsi felice e cornuto 
con tanti auguri per chi c'è caduto 
di conservarsi felice e cornuto 

sorella morte lasciami il tempo 
di terminare il mio testamento 
lasciami il tempo di salutare 
di riverire di ringraziare 
tutti gli artefici del girotondo 
intorno al letto di un moribondo 

signor becchino mi ascolti un poco 
il suo lavoro a tutti non piace 
non lo consideran tanto un bel gioco 
coprir di terra chi riposa in pace 

ed è per questo che io mi onoro 
nel consegnarle la vanga d'oro 
ed è per questo che io mi onoro 
nel consegnarle la vanga d'oro 

per quella candida vecchia contessa 
che non si muove più dal mio letto 
per estirparmi l'insana promessa 
di riservarle i miei numeri al lotto 

non vedo l'ora di andar fra i dannati 
per rivelarglieli tutti sbagliati 
non vedo l'ora di andar fra i dannati 
per rivelarglieli tutti sbagliati 

quando la morte mi chiederà 
di restituirle la libertà 
forse una lacrima forse una sola 
sulla mia tomba si spenderà 
forse un sorriso forse uno solo 
dal mio ricordo germoglierà 

se dalla carne mia già corrosa 
dove il mio cuore ha battuto un tempo 
dovesse nascere un giorno una rosa 
la do alla donna che mi offrì il suo pianto 

per ogni palpito del suo cuore 
le rendo un petalo rosso d'amore 
per ogni palpito del suo cuore 
le rendo un petalo rosso d'amore 

a te che fosti la più contesa 
la cortigiana che non si dà a tutti 
ed ora all'angolo di quella chiesa 
offri le immagini ai belli ed ai brutti 

lascio le note di questa canzone 
canto il dolore della tua illusione 
a te che sei costretta per tirare avanti 
costretta a vendere Cristo e i santi 

quando la morte mi chiamerà 
nessuno al mondo si accorgerà 
che un uomo è morto senza parlare 
senza sapere la verità 
che un uomo è morto senza pregare 
fuggendo il peso della pietà 

cari fratelli dell'altra sponda 
cantammo in coro già sulla terra 
amammo tutti l'identica donna 
partimmo in mille per la stessa guerra 
questo ricordo non vi consoli 
quando si muore si muore si muore soli 
questo ricordo non vi consoli 
quando si muore si muore soli. 
 

VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE 

Quando in anticipo sul tuo stupore 
verranno a crederti del nostro amore 
a quella gente consumata nel farsi dar retta 
un amore così lungo 
tu non darglielo in fretta 

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole 
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore 
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre" 
nell'ipocrisia dei "mai" 

non sono riuscito a cambiarti 
non mi hai cambiato lo sai. 

E dietro ai microfoni porteranno uno specchio 
per farti più bella e pesarmi già vecchio 
tu regalagli un trucco che con me non portavi 
e loro si stupiranno 
che tu non mi bastavi, 

digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani 
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni 
per ritornare dopo l'amore 
alle carenze dell'amore 
era facile ormai 

non sei riuscita a cambiarmi 
non ti ho cambiata lo sai. 

Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre 
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre 
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro 
i tuoi occhi assunti da tre anni 
i tuoi occhi per loro, 

ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo 
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo 
e troppo stanchi per non vergognarsi 
di confessarlo nei miei 
proprio identici ai tuoi 

sono riusciti a cambiarci 
ci son riusciti lo sai. 

Ma senza che gli altri non ne sappiano niente 
dirmi senza un programma dimmi come ci si sente 
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito 
farai l'amore per amore 
o per avercelo garantito, 

andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori 
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori 
o resterai più semplicemente 
dove un attimo vale un altro 
senza chiederti come mai, 

continuerai a farti scegliere 
o finalmente sceglierai.



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